Clicca sull’immagine per ingrandire
BERCETO – AULLA
Il passo della Cisa e la Lunigiana
Con la nona tappa della via Francigena si valicano gli Appennini e si entra in Toscana. L’inizio dell’itinerario prevede subito la salita che, dal centro di Berceto, ci porterà al valico della Cisa per poi discendere fino a Pontremoli. Dopo la visita al caratteristico borgo proseguiremo lungo gli argini del fiume Magra con una serie di brevi saliscendi (talvolta impegnativi) toccando i piccoli borghi arroccati sui versanti montuosi della valle. Il finale della tappa prevede l’attraversamento del fiume e l’arrivo ad Aulla.
L’inizio della tappa è subito in salita; usciti da Berceto ci si immette subito sulla S.S.62 della Cisa e si affrontano i rimanenti chilometri che separano la città dal valico appenninico posto a quota 1041 mt. – km. 9. Appena iniziata la discesa si abbandona la Strada Statale per prendere a sinistra la strada che prosegue verso il fondovalle. Si tratta di una lunghissima discesa su strada poco trafficata che ci porterà nella periferia di Pontremoli. Faremo l’ingresso nel borgo da Porta Roma con a fianco la rupe con il Castello del Piagnaro. Attraversiamo l’antica città, transitando davanti al Duomo per poi oltrepassare il fiume Magra e seguirne il corso fino a ritrovare la Statale all’uscita dell’abitato. Meno di 1 km e, all’altezza della Chiesa della SS Annunziata, si prende il ponte a destra che ritorna sul fianco destro del Magra, seguendolo fin quasi a fine tappa.
I nostri tour con questo itinerario / scoprili tutti
VIA FRANCIGENA DA PAVIA – LA SPEZIA
5G / 4N
La via Francigena in bici – tappa 9: Berceto > Aulla : consigli sull’itinerario e altimetria
La nona tappa della Via Francigena presenta la parte più impegnativa nei primi 9 km, con l’ascesa ce da Berceto ci porterà al Passo della Cisa poi, se si esclude la breve ma impegnativa salita verso il paese di Canossa, il tracciato presenta un andamento in discesa e pianeggiante.
La zona del Passo della Cisa, come la discesa verso Pontremoli, in caso di maltempo e basse temperature possono creare qualche problema e quindi è consigliato dotarsi di abbigliamento adeguato. Usciti da Pontremoli il tracciato ciclistico si sposta sul lato opposto del fiume Magra rispetto alla Via Francigena ufficiale, per cui, fino all’attraversamento del fiume alle porte di Aulla, non si trovano i classici segni bianco-rossi (occorre quindi seguire bene la traccia per evitare problemi di navigazione). Non ci sono particolari problemi per rifornirsi sia di acqua che di cibo.
Clicca sull’immagine per ingrandire
Da vedere lungo il percorso
Pontremoli. I primi insediamenti in queste zone risalgono addirittura al I millennio a.C. come testimoniato dal ritrovamento in queste zone delle cosiddette “Statue Stele della Lunigiana”. L’arrivo degli Etruschi e l’incrocio con le popolazioni locali, diede vita alla popolazione dei Liguri-Apuani, la cui città di riferimento (Apua) si fa coincidere proprio con Pontremoli. La loro sconfitta e deportazione da parte dei romani comportò l’insediamento degli stessi a partire del II sec. d.C.. L’attuale nome, da Pons Tremula (ponte dalla precaria stabilità forse a causa delle frequenti alluvioni a cui la zona era soggetta) risale al VI sec. d.C., periodo in cui i Longobardi lo aggregarono ai feudi dell’Abbazia di San Colombano a Bobbio. Il Monastero di Bobbio era il fulcro della Via degli Abati o Via Francigena di Montagna che collegava Pavia (capitale del regno Longobardo) a Pontremoli (fondamentale snodo di passaggio per chi doveva recarsi a Roma). L’importanza della città raggiunse l’apice con la nascita della Via Francigena (di cui essa costituisce la XXXI tappa) poiché ne rappresentava la “Alpem Bardonis Tusciam ingressus”. Ovviamente tale posizione l’ha resa, nel corso dei secoli, oggetto di contese tra Signorie italiane (Malaspina, Della Scala, Visconti, Sforza e i Medici tanto per citarne alcuni) e sovrani ed eserciti stranieri (Carlo VII di Francia, Filippo IV di Spagna) fino all’ultimo passaggio al Ducato di Parma (1847) prima dell’avvento dell’Unità d’Italia.
Una particolare menzione meritano le gia citate “Statue Stele della Lunigiana” conservate nel Museo sito nel Castello del Piagnaro. Si tratta di monumenti in pietra di tipo antropomorfo, di datazione compresa tra il III millennio e il VI sec. A.C., raffiguranti figure maschili o femminili probabilmente riferite a divinità del periodo. La caratteristica che emerge dai ritrovamenti è il loro posizionamento lontano dalle abitazioni, in radure o zone boschive, secondo un posizionamento tale da fare ritenere questi siti delle vere e proprie aree sacre.
Lusuolo: caratteristico borgo fortificato rinchiuso all’interno delle possenti mura del Castello. Nel medioevo si trovava in una posizione strategica lungo il corso della Via Francigena e ciò è stato all’origine di numerosi scontri che ne hanno causato periodi di distruzione e ricostruzione.
Aulla: città medievale di grande importanza, la Aguilla (XXX mansio) nel cammino di Sigerico. L’edificio che la caratterizza è la Fortezza della Brunella fatta edificare nel 1522 da Giovanni de’ Medici (conosciuto come Giovanni dalle Bande Nere) con l’intento di creare un proprio stato. Tale proposito si scontro però con l’opposizione della popolazione e non trovò realizzzazione. Altro edificio di notevole importanza, fortemente legato alla Via Francigena, è l’Abbazia di San Caprasio dedicata al Santo Eremita dell’Isola di Lerins, le cui spoglie, narra la leggenda, furono portate ad Aulla per sottrarle alle incursioni saracene del periodo (VII-VIII sec.). Una campagna di scavi ha permesso di rendere visibile sia la tomba del Santo sia la struttura originaria della chiesa risalente all’ 884 e il pavimento realizzato con marmi di recupero dell’era romana, tra cui un’epigrafe del I sec. d.C.