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PAVIA – PIACENZA
L’ingresso in Emilia lungo il corso del fiume Po
Prima tappa della Via Francigena in territoro Emiliano e ancora un itinerario caratterizzato da un dislivello pressoché inesistente. Dopo aver lasciato Pavia ci manterremo nelle vicinanze del fiume Ticino fino alla sua confluenza nel Po. Gli argini del grande fiume saranno un costante riferimento lungo tutto il tracciato fino al suo attraversamento seguendo la Via Emilia che ci porterà nel centro di Piacenza.
L’uscita da Pavia avviene seguendo i bolli della Via Francigena in direzione del Naviglio Pavese che attraverseremo percorrendo la comoda pista ciclabile fino alla Chiesa di S.Pietro in Verzolo – 2,5km. Seguendo strade secondarie raggiungeremo la confluenza del Ticino nel Po, e proseguiremo attraverso piccoli borghi come San Leonardo, San Giacomo e Santa Margherita fino al paese di Belgioioso – 15km – famoso per il meraviglioso Castello dei Barbiano di Belgioioso, risalente al XIV secolo. Dopo essere passati davanti a questa principesca dimora e al suo parco, torneremo a percorrere strade secondarie fino ad entrare nel paese di Miradolo Terme e successivamente a Chignolo Po – 37 km – (Il latino “Cuneulus super Padum” lungo il tracciato della Via Romea).
Attraversato il fiume Lambro entreremo dentro Orio Litta e proseguiremo fiancheggiando la bellissima Villa Litta Carini (XVII sec.). Il tracciato della Via Francigena procede poi in direzione di Corte Sant’Andrea – 50 km – e dell’argine del Po. Qui si trova il “Transitum Padi” cioè il punto in cui i pellegrini attraversavano il fiume a bordo di barconi. Proseguiremo sull’argine sinistro del Po fino all’inserimento sulla SS9 – Via Emilia. Ne percorreremo un brevissimo tratto prima di imboccare la pista ciclabile, parallela alla Statale, che attraversa il Po ed entra dentro Piacenza lungo Viale Risorgimento.
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VIA FRANCIGENA DA PAVIA – LA SPEZIA
5G / 4N
La via Francigena in bici – tappa 6: Pavia > Piacenza: consigli sull’itinerario e altimetria
Anche questa è una tappa praticamente priva di dislivello. Il tracciato segue per lunghi tratti piste agricole poco battute che, in caso di pioggia possono creare qualche difficoltà per il fango. Come nelle precenti tappe anche in questo sesto itinerario della Via Francigena i numerosi bivi richiedono particolare attenzione nel seguire il percorso. I centri abitati sono piuttosto ravvicinati e non ci sono generalmente problemi di approvvigionamento (pur non essendoci molte fontane). Sono zone prive di ombra quindi in giornate molto assolate è necessario prendere le dovute precauzioni.
Qualora si decidesse di attraversare il Po al Transitum Padi, utilizzando l’apposito battello, una volta approdati a Soprarivo si seguono le indicazioni Via Francigena per Calendasco e poi Ponte Trebbia. Da qui si attraversa l’omonimo fiume e si giunge a Piacenza.
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Da vedere lungo il percorso
Belgioiso: l’aspetto attuale del Castello di Belgioioso si deve a Galeazzo II Visconti che, nella seconda meta del XIV sec., fece ampliare ed abbellire il castello preesistente che lui stesso aveva acquistato nel 1376. Il nome sembra derivare da “Zoioso” termine legato al sentimento originato dalla bellezza e amenità del posto. Tale sentimento però non coinvolse i suoi eredi, tanto che, nel 1431, venne concesso ai Conti di Barbiano. Seguì un lungo periodo di anonimato. Fu nel Settecento che il Castello ritrovò ulteriore splendore con una serie di opere di abbellimento e ampliamento sia degli edifici che dei giardini che raggiunsero il culmine sotto Alberico XII di Barbiano. Dalla sua morte (1813) ha conosciuto un progressivo abbandono fino al 1978 anno in cui è stato acquistato da privati che lo hanno trasformato in un importante polo culturale e luogo di avvenimenti e ricevimenti.
Chignolo Po: il Castello di Chignolo Po o Castello Procaccini, ha origini antichissime. La torre centrale viene fatta risalire al 740, ad opera di Re Liutprando, a difesa dell’allora capitale del Regno Longobardo (Pavia) e come presidio sul Po della Via Romea in direzione Monte Bardone. Nel 910 Re Berengario donò il castello ai monaci della vicina Abbazia di Santa Cristina e nel 1251 l’Abate dell’Abbazia nominò un feudatario per amministrare il castello e i suoi feudi. Iniziò così un processo di progressiva espansione che lo portò ad essere uno dei feudi più importanti del Ducato di Milano. Lo splendido aspetto attuale risale ad opere eseguite tra il 1700 e il 1730, anni in cui la fortezza medievale lasciò il posto a una sfarzosa dimora settecentesca tanti da essere definito “La Versailles di Lombardia“. Vide tra coloro che vi soggiornarono personaggi del calibro di Papa Clemente XI, Napoleone Bonaparte e l’Imperatore d’Austria Francesco d’Asburgo.
Piacenza. Città che rivela, nel suo nucleo centrale, il regolare impianto del “Castrum” romano (Placentia). Intorno si dipanano, invece, le irregolari vie dell’agglomerato medievale che terminano all’altezza dei cinquecenti bastioni.
Il Gotico: l’antico Palazzo del Comune (1280), splendido esemplare d’architettura civile gotica. Davanti all’edificio sono poste le due statue equestri dei Farnese (Signori dell’allora Ducato di Parma e Piacenza).
Duomo: notevole esempio di architettura romanica, eretto tra il 1122 e il 1233.
Chiesa della Madonna di Campagna: uno dei più nobili esempi di architettura rinascimentale (1528). Al suo interno è dotata di una ricchissima decorazione di affreschi e tele dei secoli XVI/XVII.