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VERRES – LAGO DI VIVERONE
Dalla Valle d’Aosta al Piemonte, dalle montagne alla pianura
Con la terza tappa della Via Francigena ci lasciamo alle spalle le vette innevate della Valle d’Aosta per attraversare le colline del Canavese fino a Ivrea ed entrare in una zona punteggiata di specchi d’acqua fino al Lago di Viverone.
Da Verres si percorre un breve tratto di strada statale fino alle porte di Arnad – 5km – caratteristico borgo medievale famoso per la produzione del Lardo DOP. Seguendo i segnavia bianchi e rossi della Via Francigena raggiungeremo prima il pittoresco Pont d’Echallod (risalente al 1770) e poi, sempre a fianco del fiume Dora, l’antico borgo di Bard, sovrastato dall’omonimo Forte – 10km – (le Clausurae Augustanae risalenti al VI sec. d.C. l’allora inespugnabile sistema difensivo posto a difesa dei confini dell’Impero).
Uscendo dal borgo potremo ammirare un tratto originale dell’antica Strada Romana delle Gallie scavato nella viva roccia. Poco oltre, attraversando Donnas, affronteremo l’unica vera salita di giornata, seppur breve. Proseguendo su un meraviglioso percorso a mezzacosta tra le vigne aggrappate alla roccia raggiungeremo Pont Saint Martin, caratterizzato dall’antico ponte di epoca romana – 17km.
Usciti dal paese inizia il tratto della via Francigena Piemontese. Le montagne si allontano e la Pianura Padana è sempre più vicina. Seguendo tranquille strade secondarie a fianco della Dora Baltea arriveremo nel paese di Ivrea – 38km – (L’antica Eporedia. Nella parte alta della città, in corrispondenza dell’acropoli romana si possono ammirare il Duomo risalente al X sec. e il vicino Castello edificato nel 1358.) Il percorso prosegue poi attraversando numerosi piccoli centri abitati fino a Viverone, sulle rive dell’omonimo lago.
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GRAN SAN BERNARDO – PAVIA
5G / 4N
La via Francigena in bici – tappa 3: Verres > Lago di Viverone: consigli sull’itinerario e altimetria
Il percorso non presenta difficoltà significative nè tecniche nè altimetriche e i tratti in salita, ad esclusione della breve ascesa che si affronta in uscita da Donnas, sono piuttosto pedalabili. Per quanto riguarda il traffico si consiglia come sempre di fare attenzione ai tratti in cui si attraversa la Strada Statale e al passaggio all’interno della città di Ivrea dove, comunque, ci sono alcuni tratti su pista ciclabile.
Lungo il percorso si trovano molti centri abitati e quindi non avrete difficoltà di approvvigionamento sia idrico che alimentare. Alcune delle strade che costeggiano la Dora nel tratto tra Quincinetto e Ivrea potrebbero essere difficili da percorrere in caso di maltempo, in tal caso è meglio ripiegare sulla Strada Statale (ma con le dovute attenzioni al maggior volume di traffico).
Qualora si decidesse di visitare il Forte di Bard bisogna tener conto che è vietato salire con la bici quindi dovremo lasciarla giù in paese.
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Da vedere lungo il percorso
Forte di Bard. Della fortificazione si parla già nel 1034 definendola “inexpugnabile oppidum”. La sua fama di fortezza inespugnabile raggiunse il culmine quando, nel 1804, riuscì a fermare, seppur temporaneamente, addirittura l’esercito di Napoleone Bonaparte. Proprio tale tenacia fu, purtroppo, la causa del suo smantellamento dopo che Napoleone ne riuscì a vincere la resistenza. Solo nel 1830 Carlo Felice di Savoia diede il via a una nuova opera di ricostruzione che portò il forte alla sua dimensione attuale con 283 stanze e 176 locali di servizio. La costruzione era un complesso di strutture autonome dotate di casematte in grado di garantirsi reciproca difesa. Perse poi progressiva importanza venendo adibito dapprima a carcere e poi a deposito munizioni; dismesso nel 1975 dal demanio militare fu acquistato dalla Regione Valle d’Aosta e sottoposto a una lunga opera di restauro terminata nel 2006.
Donnas: il piccolo borgo vanta uno dei più interessanti e meglio conservati reperti di epoca Romana. Dalle strade del paese passa infatti l’originale strada romana delle Gallie: antica via di collegamento dell’impero ottenuta tagliando la roccia viva per una lunghezza di 221 metri e ottenendo un arco alto 4 metri, spesso 4 metri e largo quasi 3 metri, che fino al medioevo costituiva l’ingresso al borgo di Donnas.
Ivrea. L’antica Eporedia fondata dai Salassi nel V sec. A.C. e poi sottomessa dai Romani per l’importanza della sua posizione per il controllo della valle della Dora. Di quest’epoca rimane l’imponente anfiteatro che, si dice, potesse contenere fino a diecimila spettatori. Testimonianza dell’epoca medievale è la Torre di S.Stefano(1074) fatta edificare dall’allora Papa Niccolo II come emblema del riaffermato potere della Chiesa. Nel 1356 passò sotto Savoia che ne mantennero il controllo, salvo brevi periodi di dominio spagnolo e francese, fino all’Unità d’Italia.